venerdì 29 aprile 2011

Questi William & Kate ci piacciono un bel POP

Kate & William. William & Kate.
William & Kate & la Regina Elisabetta color canarino.  


Beh, ad ogni modo, quello che si suol dire “
un matrimonio da favola”. Lei bellissima, in abito Alexander McQueen by Sarah Burton. Lui con la divisa da Irish Guard. Ma soprattutto, bellissima l’atmosfera, quell’atmosfera che probabilmente noi non riusciremo mai ad avere qui in Italia. E lo dico con un filo di rabbia misto a malinconia. Perché un tempo io quest’Italia me la ricordavo più unita. Invece qualsiasi cosa succeda qui, putiferio – pure per gli avvenimenti positivi. Tutti che giocano a fare gli anticonformisti (forzati) per cercarsi una particina in cui dire: “Macché, a me fa schifo”, per distinguersi dal coro, sforzandosi. A me, personalmente, questi William & Kate sono sempre piaciuti. Leggera preferenza verso il principino Harry – sarà il fascino dello stronzo che prevale sull’immagine sempre pulita ed impeccabile di William. Ma ricordo ancora, in uno dei miei primi viaggi a Londra, di aver comprato una cartolina - che più che cartolina mi pareva una gigantografia, in cui erano raffigurati i due insieme al loro sorriso smagliante.

Kate irrompe sulle scene in tempi più recenti rispetto alla fama ereditiera, e per questo sicuramente più impattante, dei principini, ma anche lei, con quel sorriso rassicurante e quegli occhioni da cerbiatta, mi è sempre sembrata una tipa ok, una ex commoner che nel momento in cui diventa principessa decide, giustamente, che montarsi la testa è poco chic e preferisce restare con i piedi per terra – oddio, calzando sempre e comunque un tacco 12 da almeno 4 cifre. Chiamala scema!  

Però ecco, è stata l’atmosfera che mi ha sorpresa, anche se, dopotutto, dovevo aspettarmi un riscontro simile dal popolo inglese, che tanto adora la famiglia reale. Il fatto è che non solo gli amici britannici si sono dati appuntamento stamattina a Londra o, male che vada, davanti ad una tv o ad un pc. Il fatto è che 2 miliardi di persone - ovvero 1 terzo della popolazione mondiale, hanno seguito l’evento. Di questi, ben 500 milioni si sono connessi alla diretta sul Royal Channel di YouTube, mentre un altro milione strabordava tra le vie della red town. Il fatto è che pure io ero emozionata e, come me, altri italiani a cui, detto sinceramente, questo matrimonio non avrebbe portato niente in cambio. Ma l’atmosfera, ecco, l’atmosfera da sogno, mescolata però alla normalità dei due sposini, ha fatto da padrona. Perché, diciamocelo, è stato comunque un evento epocale, quello che chiamavano “il matrimonio dell’anno” - se non del secolo, quello che ricorderemo negli anni come uno dei momenti storici di questi ultimi tempi.

E perché c’era anche lei: Diana. Era presente sia in William, essendone madre, e sia in Kate, una ragazza comune quale lei era, con una mano gentile come la sua e il medesimo sguardo rassicurante.

Un evento assolutamente POP, ammettiamolo. Ma dopotutto chi l’ha detto che il pop debba sempre, per forza di cose, avere una connotazione irrinunciabilmente negativa? Siamo tutti un po’ pop, ma abbiamo paura di ammetterlo. E qui potrei tornare al discorso del “forzatamente anticonformista”, ma ve lo risparmio.

Highlights memorabili della giornata? Il discorso del
Bishop of London sulla forza dell'amore nel matrimonio. E gli sguardi. Sì, gli sguardi degli invitati, della gente, dei festeggiati. E in particolar modo quelli del principe Carlo e di Camilla all’arrivo di William. Apprensivi. Con la sola forza dello sguardo l’hanno incoraggiato, anche se probabilmente non ne aveva bisogno. E ancora, come non citare i coniugi Beckham, sempre impeccabili? Oppure Philippa Middleton – detta ahimé Pippa, con annessi vestito e vitino da vespa invidiabili? E se proprio vogliamo strafare, apriamo pure la parentesi fescion per le signorine: avete visto la miriade di cappellini che circolava in abbazia? Ce n’era per tutti i gusti e di tutti i colori-forme-tessuti.

E c’era davvero di tutto in questo evento: c’era la storia, c’era la tradizione, c’era la cultura, c’era la moda e c’era l’amore. E pure l’ironia: “I’ll marry Harry” rimane, tra tutte, la frase più quotata.










venerdì 22 aprile 2011

Sconosciuti in treno

Qualche anno fa, per un esame di Cultura Angloamericana, mi addentrai tra le pagine di un libro dal titolo "Sconosciuti in treno", una delle opere più famose di Patricia Highsmith. Ancora oggi conservo un bel ricordo: due sconosciuti che si incontrano su una carrozza, si scambiano confidenze l'uno con l'altro, uno lamentandosi del padre e l'altro della moglie fino ad arrivare a a stringere un patto - quello di scambiarsi gli omicidi senza così dare nell'occhio. Accattivante, vero?

Questa premessa per ammettere che le "storie pendolari" mi hanno sempre affascinata. Eccicredo! Con tutte le stramberie che ti becchi sui vagoni. Certo, non ho ancora incontrato nessuno di inquietante come i due protagonisti del libro della Highsmith, ma ragazzi.. ce n'è di gente strana in giro! Due sono le considerazioni che mi vengono da fare: 1. li becco tutti io 2. li becco tutti io sui mezzi pubblici. Quindi due sono le cose: o sono particolarmente sfigata (ma, in fondo, mi diverto un sacco!) o l'essere pendolare nuoce gravemente alla salute. Perché, vi giuro, ne ho beccati di tutti i colori: dall'uomo che sull'autobus teneva "appollaiata" 
(è proprio il caso di dirlo) una gallina sulla spalla; alla ragazzina con un criceto abnorme, anche questo "accricetato" sulla spalla, con due cocomeri al posto dei testicoli; all'immancabile diosanto-quanto-puzza-questo che, puntualmente, ti ritrovi di fianco rendendoti improvvisamente conto del perché, tra la bolgia e il caldo, nessuno avesse deciso di andarsi a sedere lì prima di te.

Ci sto pensando eh. Quasi quasi apro un blog inerente SOLO a queste vicissitudini tra treni, autobus e metrò. Che ne dite? Un blog dal titolo, che so, "Il pendolare matto" o "Mezzi matti" o.. any ideas?

Uh. Perché mi sono dimenticata di raccontarvi della vecchietta dagli abbinamenti particolarmente.. stravaganti: pelliccia (assolutamente OUT) e borsa della Tokidoki (assolutamente IN). 

Ma stilosa quanto basta per farti iniziare la giornata col sorriso.