"Solo i bambini sanno cosa cercare" disse il Piccolo Principe.
In effetti un tempo lo sapevo, ero certa di saperlo. Quando si cresce, la triste realtà è che si finisce per accontentarsi o paradossalmente per volere troppo. Questo blog è per parlare di ciò che mi fa stare bene, di ciò che mi incuriosisce. E' la mia finestra sul mondo. E sarà lo strumento per scoprire cosa cerco davvero. O forse la magia sta nel non scoprirlo mai.
E alla fine è tutto vero: Giuliano libera Milano!!
Con il 55,1% Pisapia stravince contro il 44,9% della Moratti. Bene, anzi benissimo, anche De Magistris a Napoli con il 65,4% contro un misero 34,6% di Lettieri.
E ora... tutti in piazza Duomo a festeggiare IL cambiamento. Che il vento si trasformi in uragano, un meraviglioso e potente uragano pronto a spazzar via tutto ciò che Milano, fino ad oggi, ha dovuto trangugiare.
Della serie: cose-dell'altro-mondo! Ero in fibrillazione: "Ci sarà mica Gordon Ramsey lì dentro?"
Prima ipotesi
..Mmmm, sarà mica che, per l'occasione, è uno degli invitati al concerto di Pisapia stasera in Duomo? Dal camioncino arancione, si sa mai..
Seconda ipotesi
Forse ci sono. Mi sa che è per "The F Word", altro programma culinario di Gordon Ramsey. Dal video che segue, sembrerebbe che è andato in cerca del best Italian restaurant ever. E giustamente si sarà chiesto: perché cercarlo all'estero e non far tappa nel, ben più ovvio, Belpaese?
Terza ipotesi
Emmm.. O forse, come mi suggerisce qualcuno su Twitter in seguito a testimonianze simili alla mia, è un paninaro (probabilmente fan sfegatato del famoso chef) che si è attaccato il logo del programma sul suo bel didietro e, oltre a far salamelle, fa fesso chiunque sappia a cosa si stia riferendo. Anche perché il logo non sembrerebbe essere proprio quello che si vede spesso in TV se lo guardiamo attentamente. Se si trattasse di un fake: i miei complimenti per la trovata pubblicitaria!
Mah.. il mistero rimane. Per una volta - anche se molto probabilmente non sarà così, mi è piaciuto pensare, nell'immediato, che il grande chef Ramsay avesse voluto intraprendere un tour nella bella Italia, assaporando le specialità del nord e facendosi riconoscere da chi lo segue.
Ad ogni modo..
Occhi aperti (e bocca chiusa se state masticando) ;-)
A una settimana di distanza, here you are il mio resoconto sull'Eurovision Song Contest, tenutosi sabato 14 maggio a Dusseldorf:
Dopo 13 anni di assenza, l’Italia torna a gareggiare all’Eurovision Song Contest e lo fa alla grande! Raphael Gualazzi, già vincitore della categoria “Sanremo Giovani” 2011, fa incetta di successi e si aggiudica il secondo posto su 25 paesi in gara. Un degno ritorno italiano, preceduto solo dall’Azerbaigian, vincitore assoluto, e davanti alla Svezia, terza classificata.
La scelta dell’Italia di rimanere fuori dalla competizione per così tanti anni sicuramente non ha giovato agli ascolti. Anzi, probabilmente starete pensando che io stia parlando di un concorso canoro forse pari a Castrocaro o al saggio oratoriale di fine anno. Niente di più sbagliato: si parla del festival musicale più seguito AL MONDO. Più di X-factor, più di Sanremo, più di American Idol. Sì, avete capito bene. Perché sabato 14 maggio davanti alla TV c’era tutta Europa, e oltre. Preparatevi a dare il benvenuto al brivido che vi percorrerà la schiena: 100 milioni di spettatori. Roba che se i cantanti non son svenuti in diretta è stato un miracolo.
Ho particolarmente a cuore questo programma perché lo scorso 11 dicembre 2010 ho partecipato alle semifinali e, più precisamente, alla finale svizzera, tenutasi a Kreuzlingen, vicino Zurigo. In veste di spettatrice? Naaaa. In veste di corista per Scilla con la canzone “Barbie Doll”. Oh yesss. Mi trovavo sul palco della Bodensee-Arena e già mi sembrava immenso. L’adrenalina era a mille, soprattutto dopo aver saputo che quella sera ci avrebbe guardato tutta la Svizzera con una stima di 500.000 spettatori. Figuriamoci 100 milioni, roba che su Twitter sarebbe da commentare con un bel #masiampazzi? :-D
Io, in versione corista con Mir, per l'esibizione di Scilla con la canzone "Barbie Doll"
Insomma, per il gran finale al voto hanno partecipato 43 paesi, sul palco solo 25. Ma le emozioni, le sorprese e, perché no, le riflessioni sono state tante.
Vi siete persi questo magnifico evento? Non strappatevi i capelli e leggete qui le mie pagelline. Non vi fidate? Cercate online le esibizioni e fatemi sapere i vostri promossi e bocciati!
Pensate ad una sorta di “Giochi senza frontiere” in chiave musicale, shakerate e gustate!
♬ Finlandia >Paradise Oskar – “Da Da Dam”
La canzone è debole e fin troppo educata. Lui, ragazzino dalla faccia pulita che imbraccia la chitarra, sfoggiando il suo miglior sorriso. Il nome d’arte non fa altro che confermare la mia impressione. Scelta non proprio azzeccata per aprire lo show.
Voto: 5
♬ Bosnia & Erzegovina > Dino Merlin – “Love in Rewind”
Convince subito. La sorpresa è vedere sul palco un signore di una certa età, con lo spirito e la forza di un giovincello. Si narra abbia scritto l’inno nazionale della nazione che rappresenta. Probabilmente, l’unico pezzo della serata che se ne fotte della globalizzazione musicale in atto, che vorrebbe un pop facile, omologato alle aspettative. L’esplosione folkloristica si sente e gliene siamo grati.
Voto: 7,5
♬ Danimarca >A Friend in London – “New Tomorrow”
La canzone non è niente di nuovo, anzi, sembra scopiazzata da Coldplay & affini, con un copia e incolla fatto male. Ma la loro presenza scenica colpisce e sanno stare molto bene sul palco. PS. Il frontman è un gran figo.
Voto: 6
♬ Lituania >Evelina Sašenko – “C’est Ma Vie”
Gran voce, forse la voce più bella sul palco della finale dell’Eurovision. Lei, delicata e rassicurante. Ma la canzone risulta un po’ moscia e priva di carattere. Simpatico il commento di Bob Sinclar, visibilmente infastidito dalla pronuncia poco corretta del titolo da parte della cantante, che, allungando la nota, sembrava dire “C’est ma-ha vie”.
Voto: 6+
♬ Ungheria > Kati Wolf – “What About my Dreams?”
Canzone dance che potrebbe diventare il tormentone di quest’estate. Tentativo, non riuscito, di passare per la nuova Agnes. Più che una ventenne, Kati sembrava la sorella di Céline Dion datasi alla musica tunz-tunz.
Voto: 5/6
♬ Irlanda > Jedward – “Lipstick”
Due gemelli, o sarebbe meglio dire, due pazzi scatenati. Scenografia da paura. Capelli ingellati all’insù e tutine rosse con spalline-alla-Carrà annesse. Un incrocio scordinato tra David Bowie e Lady Gaga. Li ho trovati freschi, originali e geniali. La canzone funziona, anche se ci si fa imbambolare più dalla loro performance che dal resto. Ma vanno premiati per il coraggio di parlare di “rossetto”. Anche se, a pensarci bene, mi sa che per loro era del tutto normale.
Voto: 8
♬ Svezia >Eric Saade – “Popular”
Considerato come uno dei papabili vincitori, ma arrivato “solo” terzo: mi sto ancora chiedendo perché. Canzone aberrante, che più pop-dance non si può, che nemmeno nel boom delle boyband degli anni ’90 avrebbe funzionato. Lui, il Justin Bieber versione svedese-libanese. Unica nota da salvare: la scenografia con tanto di cubo di “vetro” che al suo “acuto” si infrange in mille pezzi.
Voto: 4/5
♬ Estonia > Getter Jaani – “Rockefeller Street”
Deliziosa. Lei, il vestito, la canzone e la scenografia. Esibizione molto “luna-park version” con lei che ci fa da cicerone tra ruote panoramiche e amici dispettosi. Si narra sia una delle protagoniste di High School Musical. Avrebbe meritato più punti e qualche posizione in più nella classifica finale.
Voto: 7
♬ Grecia > Loukas Giorkas feat. Stereo Mike – “Watch my Dance”
Esperimento di commistione tra generi musicali differenti. Lui, adone greco con vocione da musica melodica, accompagnato sul palco da un rapper. Scenografia e atmosfera pseudo-apocalittica. Il titolo della canzone farebbe pensare al pezzone dance estivo e invece, tiè, vi frega e lascia a bocca aperta. Tentativo di originalità, ma manca quel non-so-che.
Voto: 6/7
♬ Russia >Alexey Vorobyov – “Get You”
Ecco a voi l’esibizione più trash dell’intera serata. Lui, ammicca alla telecamera, senza rendersi conto che è di un ridicolo che, povero, più ridicolo non si può. Immaginatevi un misto tra Ken, Fonzie e Danny Zucco. Mescolate e avrete Alexey. Nemmeno la canzone e la coreografia riescono a salvarlo: la prima di una scontatezza infinita, la seconda vedeva altri tre ballerini (tra cui il sosia di Sayid di Lost) con lettere appiccicate sulla schiena che, girandosi, andavano a comporre la scritta “ALEX”. Brrrrr, stendiamo un velo pietoso.
Voto: 4--
♬ Francia >Amaury Vassili – “Sognu”
“Se non ci fosse Bocelli, sarebbe un genio”: questo il commento di uno degli esperti presenti negli studi Rai. Già, perché ti trovi un bel ragazzo dal capello lungo sul palco, con voce lirica e ottimo standing. Canzone cantata in lingua corsa, a metà tra il francese e l’italiano. Peccato però che sia praticamente identica a “Melodramma” del più conosciuto tenore italiano.
Voto: 6-
♬ Italia > Raphael Gualazzi – “Madness of Love”
Cercando di essere il più obiettiva possibile, sicuramente Gualazzi, tra tutte le canzoni presentate all’Eurovision, è stata quella che si suol dire “una ventata d’aria fresca”. Sicuramente il più sofisticato di tutti. Anzi, tra i vari pezzi pop e dance, sembrava quasi un marziano. Ma è stato apprezzato e si è aggiudicato il secondo posto. I maligni dicono che sia solo “merito” dei 13 anni di assenza dell’Italia. Beh, se è per questo, poteva benissimo esserci il rovescio della medaglia. Io credo che sia semplicemente stata premiata la vena jazz e il grande talento del nostro Raphael. La canzone era “Follia d’amore”, vincitrice della “categoria giovani” di Sanremo, rivisitata, sostituendo alcune frasi originali in lingua inglese.
Voto: 9
♬ Svizzera > Anna Rossinelli – “In Love for a While”
Non riesco ancora a capacitarmi di come sia potuta arrivare ultima su 25. Ho avuto occasione di incontrare Anna alla semifinale svizzera, lo scorso dicembre, in occasione del mio supporto come corista per la canzone “Barbie Doll” di Scilla, allora in concorso. Lei era deliziosa, così come il suo pezzo che, ancora oggi, mi è rimasto in testa senza diventare palloso, scontato o noioso. Lo scorso 11 dicembre eravamo tutti d’accordo che fosse stata scelta lei per presenziare alla finale, rappresentando così la Svizzera. Ma sono rimasta davvero sorpresa nel vedere che praticamente nessun paese l’abbia riconosciuta e premiata. La canzone è fresca, orecchiabile, in levare e ti lascia una gran gioia di vivere. Comincio a pensare che il fatto di non aver avuto niente di speciale come scenografia abbia, ahimé, giocato a sfavore. Della serie: “fa niente se la canzone fa schifo, ma se fai il circense durante l’esibizione ti voto.” Un gran peccato.
Voto: 9
♬ Regno Unito > Blue – “I Can”
Sicuramente i più noti al pubblico europeo. Credevo si fossero ormai sciolti e invece.. beccateveli all’Eurovision Song Contest! Tutti e 4 in gran forma, per carità, ma la canzone è una truzzata senza precedenti e la scelta degli schermi con le loro gigantografie è ormai roba vecchia, i cui pionieri, all’epoca, furono gli N-Sync. Qualche nota stonata, ma, alla fine dei conti non si può dire che l’intero pacchetto non fosse degno del palco, anzi. Speravo solo in un pezzo migliore.
Voto: 6/7
♬ Moldavia > Zdob și Zdub – “So lucky”
Tra i miei preferiti. Anche loro annoverati tra le esibizioni “diverse dal solito”. Immaginatevi dei folletti tra il folk e il rock, con dei cappelli a cono altissimi, che saltellano da una parte all’altra del palco. La canzone sembra cambiare genere ogni 30 secondi, trasformandosi. Meritavano il podio. PS. Da notare la somiglianza del frontman con Cassano.
Voto: 8,5
♬ Germania > Lena Meyer-Landrut – “Taken by a Stranger”
Si ripresenta, a sorpresa, la vincitrice dello scorso anno che con “Satellite” aveva impazzato nelle radio di tutta Europa. Questa volta in versione più sensuale e accattivante, con una canzone che va riascoltata più volte perché non fa molto “canzone-da-Eurovision”, ma al massimo una b-side alla fine di un cd. Ad ogni modo merita, anche se a tratti sembra assumere il muso alla Noemi Letizia. PS. Trattasi di bella copia, tutta al naturale, però.
Voto: 7
♬ Romania > Hotel FM – “Change”
Si tratta dell’esibizione più votata dai telespettatori e dai giurati italiani, che però non riesce a posizionarsi in alto nella classifica generale. Resta comunque una canzone positiva, che inneggia al cambiamento e per questo fa sempre simpatia. Il cantante cerca di ipnotizzarci con i pantaloni neri a righe bianche per farci sembrare che sia più alto del metro e cinquanta, con scarsi risultati. Ma passa con la sufficienza per i 3 minuti di ottimismo.
Voto: 6,5
♬ Austria > Nadine Beiler – “The Secret is Love”
Dadadadam: ecco a voi la Céline Dion austriaca. Questa volta, però, in versione caschetto nero e gonna mozzafiato. Insomma, una Dion decisamente più moderna, più giovane, più fresca. Voce notevole, ma il contrasto troppo forte tra canzone melensa e aggressive look stride come le unghie sulla lavagna. Lavori in corso, ma la si promuove.
Voto: 6,5
♬ Azerbaigian >Ell/Nikki – “Running Scared”
Sembrano stati messi assieme tramite una scelta random e non ponderata. Lei, la fake version di Shakira (sembra usino la stessa tintura per capelli), lui il finto clone di Justin Timberlake. Vicini fanno un po’ “vieni-da-zia-che-ti-do-la-paghetta” ma, attenzione, sembrano funzionare alla grande. La canzone ha un ritornello forte e ti rimane subito in testa. Stra-votati da un sacco di nazioni, si aggiudicano, con qualche bah, la vittoria all’Eurovision 2011.
Voto: 7
♬ Slovenia > Maja Keuc – “No One”
La ragazza ha una gran bella voce e un sacco di carisma. Peccato che sia qualcosa di già-sentito e già-(stra)visto. Timbro praticamente identico a quello di Christina Aguilera, titolo della canzone che ci fa pensare ad Alicia Keys, pezzo che potrebbe essere stato scritto da (o per) Britney Spears. Il pop, quello da girl-power, c’è e si sente. Apprezzo la scelta delle coriste che fortunatamente non assomigliano a manici di scopa e riescono a supportarla alla grande. Ma pecca di peculiarità, senza riuscire a bucare lo schermo.
Voto: 6/7
♬ Islanda > Sjonni’s Friends – “Coming Home”
Commuovono questi ragazzi islandesi che portano sul palco la canzone scritta, per l’appunto, dal loro amico Sjonni, che avrebbe dovuto partecipare all’Eurovision ma che, sfortunatamente, è scomparso un mese prima dell’inizio. La canzone è catchy e piacevole, loro sono altrettanto. Funziona il fatto di non avere un frontman e l’umiltà di mettersi tutti sul medesimo piano, sicuri di compiere una buona azione. Si racconta abbiano improvvisato “Gente di Mare” in islandese dietro le quinte.
Voto: 7+
♬ Spagna > Lucia Perez – “Que Me Quiten lo Bailao”
Ewww. Una di quelle canzoni di cui faresti volentieri, più che volentieri, a meno. La ragazza spera di bissare il successo avuto anni fa da Paulina Rubio & Co., ma con scarsi, scarsissimi risultati. La Carrà in studio la elogia, ma siamo sicuri che l’elogio sia dettato solo ed esclusivamente dal suo amore per la nazione spagnola. Se proprio bisogna trovare qualcosa da salvare, ci buttiamo a capofitto sul “oh oh oh oh oh oh oh” del ritornello che, però, viene accompagnato da un passo coreografico che nemmeno-le-pecore. Avanti il prossimo!
Voto: 4,5
♬ Ucraina > Mika Newton – “Angels”
Una tra le performance che ho più apprezzato. Lei, bellissima, con un vestito dotato di spalline piumate, alla Final Fantasy. La canzone, particolare, ma necessita di più ascolti. Si viene un po’ distratti dall’artista sulla sua sinistra, proveniente pure lei da un mondo parallelo e fantastico, che improvvisa disegni sulla sabbia, i quali vengono proiettati sul grande schermo alle loro spalle. Enel-style, ma pur sempre magica.
Voto: 8,5
♬ Serbia > Nina – “Čaroban”
Chiudete gli occhi appena si presenta questa cantante sul palco e riapriteli 5 secondi dopo: vi ritroverete catapultati in “Hair Spray”, tra disegni, vestiti e acconciature anni ’70. Lei, deliziosa, collant color latte a parte. La canzone è giocosa e festiva, ma resta un po’ in sordina per canzoni decisamente più potenti della sua.
Voto: 6,5
♬ Georgia > Eldrine – “One More Day”
Arriviamo così all’ultimo gruppo in gara per l’Eurovision 2011. Un mix pericoloso tra Evanescence & Linkin Park, non riuscito purtroppo. La cantante si presenta con un vestito a metà tra alieno e origami-version e con una voce piuttosto anonima e alquanto irritante, con colpi di glottide finali ad ogni nota che prende. Ci sta il tentativo di alternative rock per risvegliare chi si fosse, per caso, addormentato. Da apprezzare l’essersi discostati dagli altri generi portati sul palco, ma avrebbero decisamente potuto offrire di meglio.
Voto: 5/6
Che dire? Opinioni musicali a parte, che rimangono comunque soggettive, si potrebbe star qui a parlare dell’Eurovision per ore, giorni forse.
Le prime considerazioni che mi vengono da fare, azzarderei dire “etnografiche” sono le seguenti:
Perché mai i Big 5 (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia) possono passare direttamente alla finale senza sostenere le semifinali, mentre gli altri paesi devono farsi un mazzo tanto per riuscire a intravedere, magari solo illusoriamente, il palco della finale?
Nessuna nazione può votare, tramite sms e telefonate, per sé ma solo per gli altri: lo trovo giustissimo. Unica cosa: come suggeriva qualcuno, forse bisognerebbe negare il voto non solo verso la propria nazione, ma anche verso quelle limitrofe. C’è infatti stata una fortissima tendenza a dare il maggior numero di punti ai “vicini di casa”. Esempi? San Marino, Spagna & Co. hanno privilegiato l’Italia. Così come gli ex paesi dell’Unione Sovietica si sono supportati l’un l’altro. Della serie: se non posso votare per me stesso, allora preferisco dare il mio voto ai miei “simili” anziché nutrirmi delle differenze etnoculturali nonché musicali di nazioni che si discostano dalla mia? Curioso.
Ma altrettanto curioso è anche il fatto che, per esempio, la Latvia, nonostante il punto 2, abbia deciso di dare i suoi 12 punti (cioè il massimo, il suo ipotetico 1° posto) proprio a noi Italiani e dunque a Raphael Gualazzi, coccolandoci anche con un “Welcome back Italy” e un “You make me feel so good”! Se quest’estate non avete impegni, mi raccomando, visitate la Latvia ^^
Last but non least, vince l’Azerbaigian, sconosciuta ai più ignorantoni, ma, a quanto pare, amatissima sul palco dell’Eurovision dagli altri 24 paesi in gara, chi più chi meno. Con un totale di “221 points” Ell & Nikki si aggiudicano infatti il podio, contro i “189 points” dell’Italia e i “185 points” svedesi. E se lo aggiudicano con la loro “Running Scared”, che tutto ha tranne che sonorità tipiche della loro terra, visto che sembra stata scritta dal cantante pop del momento. Da apprezzare comunque. Vederli emozionarsi per la vittoria è stato emozionante anche per chi era a casa, anche per chi, come noi Italiani, era lì con le dita incrociata a tifare Gualazzi.
L’anno prossimo, dunque, sarà proprio l’Azerbaigian a ospitare la 57° edizione dell’Eurovision Song Contest che, fino ad oggi, ha sfornato circa 1100 canzoni e portato alla ribalta artisti come gli Abba, Céline Dion o i nostrani Domenico Modugno, Gigliola Cinquetti, Toto Cutugno. Insomma, per qualcuno un calderone dove mescolare stili e culture diverse che, però, anno dopo anno, sembrano omologarsi senza troppe distinzioni. Per altri, finalmente un’occasione per conoscere e ascoltare canzoni che, altrimenti, non sarebbero mai giunte alle nostre orecchie, scoprendoci così un pochino più europei. E un pochino più uniti, andando fieri della nostra nazionalità senza rinnegare quelle altrui. Anzi, riconoscendo in esse la ricchezza del diverso, utile a farci aprire gli occhi, a renderci consapevoli.
O è solo una mia impressione?
E' che a volte mi sembra che le canzoni che ci facevano battere il cuore avessero un'aura tutta intorno che quelle di oggi, a confronto, sono sì-dai-orecchiabili, sì-dai-carine, sì-dai-non-male. Insomma, ci si accontenta. O, più semplicemente, magari sono io che, a quelle di una volta, davo un'importanza assoluta: ad ogni canzone corrispondeva un'emozione, un fatto, un ricordo, una sensazione.
Oggi sono così presa - non tanto da me, ma dal mondo che mi circonda, che faccio fatica. Faccio fatica a soffermarmi, ecco. Sulle cose, sulle persone, sulle riflessioni e sulle canzoni. Ci navigo tutto il giorno tutti i giorni. Ma non hanno un filo logico: sono random, casuali, disconnesse.
Un tempo, invece, si andava dal punto A al punto B e così via, arrivando alla Z che filava una bellezza. Non ora, non qui, che si passa dalla R alla F alla J e arrivi che l'ultimo punto è una triste e innocua H.
Le canzoni non sono più le stesse. Io non sono più la stessa.
O più semplicisticamente, il qui e l'ora sono cambiati.
Com'è giusto che sia.