lunedì 30 gennaio 2012

The Help: il film corale delle donne, per le donne e non solo

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Solidarietà e solitudine cominciano con le medesime quattro lettere. 
E talvolta possono coesistere.

E' quello che succede in "The Help", film di Tate Taylor e trasposizione dell'omonimo libro di Kathryn Stockett, con un cast eccezionale e una storia che degli aggettivi corale-femminile-razziale ha fatto le sue tre colonne portanti. Tre sono anche i personaggi principali: Eugenia Phelan detta Skeeter (la fuoriclasse Emma Stone), Aibileen Clark (un'introspettiva Viola Davis) e Minny Jackson (una strabiliante Octavia Spencer). "The Help" è il film della compresenza: in esso coesistono il dramma e la commedia, le lacrime (tante) e i sorrisi (altrettanti), i bianchi e i neri.

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Ma se ogni elemento si specchia nel suo opposto, quello della presenza quasi unicamente femminile merita un discorso a sé. Sono le donne ad essere protagoniste in questo film: donne coraggiose e combattive, donne fragili e superficiali, donne buone o cattive, donne bianche o nere, ma donne. Diversi tipi di donne si alternano nella Jackson degli anni '60, ma sono donne che sanno ciò che vogliono, siano esse borghesi siano esse cameriere. Alcune lo esprimono liberamente perché pensano di essere in dovere (e con il potere) di farlo, altre tengono tutto tra le pareti della propria anima, aspettando il momento giusto per urlare la loro sofferenza, il loro silenzio. 

E così troviamo Skeeter, giovane promessa del giornalismo, consapevolmente attenta a tutte quelle voci rimaste inascoltate, le voci delle cameriere nere del Mississippi che passano la loro vita a crescere figli bianchi di famiglie benestanti e ad avere bettole private al posto di bagni, come a screditare la loro dignità già scalfita da pregiudizi e comportamenti razziali. 

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Troviamo Aibileen e Minny, due amiche dai caratteri contrapposti, ma risolute, ognuna a modo suo, nell'aiutare la giovane scrittrice nel suo intento e ad aiutarsi l'una con l'altra in una missione che va ben al di là della realizzazione di un libro di testimonianze. 

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Ciò che in quegli anni avviene, dal punto di vista storico, politico, sociale non ci viene raccontato nei minimi dettagli. Riusciamo a capirlo, comprenderlo e metabolizzarlo grazie alle vite private delle protagoniste, grazie a qualche breve accenno a Martin Luther King o ai movimenti dei Freedom Riders, argomento trattato, con grande passione e arrivando fino agli anni '90 con l'esperienza dei Freedom Writers, anche nella mia tesi di laurea

"The Help" non è il primo e non sarà l'ultimo film a trattare il tema della segregazione razziale, ma lo fa con sincerità, purezza e fluidità. Lo fa attraverso un racconto corale che va a toccare le corde giuste, che sprona, motiva e regala a chi l'ha guardato e a chi vorrà guardarlo un punto di vista prezioso e necessario. 

"The Help", con "The Living Proof" di Mary J. Blige come colonna sonora e 4 nomination agli Oscar, è un film di donne straordinarie nella loro ordinarietà. 

"The Help" è aiuto corrisposto che, indirettamente, viene incontro anche a chi entra in questo mondo per la sola durata del film, uscendone rinvigorito, fortificato. E con un paio di occhi nuovi, pronti ad affrontare le piccole grandi prove di ogni singolo giorno. 

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